Nell’ottobre del 2018, più di 42 milioni di alberi sono stati abbattuti dalla tempesta Vaia. L’impatto sul territorio è stato devastante.
Oggi, recuperare quel legno caduto diventa fondamentale per sostenere le comunità locali e ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema.
È così che nasce VAIA: un nuovo modo di creare oggetti senza depauperare materie prime, fornendo una risposta concreta alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Ma noi vogliamo fare un passo in più: al fine di tutelare le comunità e i territori esposti al rischio idrogeologico, VAIA si impegna a piantare un albero per ogni prodotto venduto.
La tempesta si è sviluppata in due fasi salienti: la prima, sviluppatasi tra sabato 27 e domenica 28 Ottobre, è stata caratterizzata da forti piogge su tutto l’Arco alpino e l’Appennino settentrionale, da correnti umide e da libeccio, con precipitazioni particolarmente intense. Solo in Trentino sono caduti in 72 ore una media di 275 mm di pioggia, raggiungendo massime oltre i 600 mm (meteotrentino).
La seconda fase è invece caratterizzata dai fortissimi venti formati in seguito ad una pausa di poche ore, tra la notte e il mattino di lunedì 29. Venti che hanno soffiato ad una media di 180 km/h con punte fino ai 220 km/h. (Nimbus). Lungo la penisola si sono verificati altri fenomeni degni di nota, quali grandinate imponenti in Sardegna, rovesci torrenziali sul Levante ligure (72 mm/1h a Monterosso al Mare), raffiche di vento diffuse dal Lazio al Friuli e mareggiate sparse lungo le coste.
Nella notte tra il 28 e il 29 Ottobre 2018, il vento dell’Atlantico si scontra con lo scirocco, dando vita ad una rara depressione climatica.
Momento molto importante per il percorso del Cubo è appunto la fase di essiccazione: il legno non essiccato si riduce col tempo, ed è difficilmente lavorabile. Per la grande attenzione dedicata a questa fase cruciale, oltre che per la qualità del legname lavorato, ci siamo rivolti alla segheria alto-atesina di Hans Kauffman, che dispone di un moderno forno di essiccazione, assicurando in circa 20 giorni una veloce e ottimale asciugatura.
La falegnameria, il laboratorio delle meraviglie. La manifattura dei due legni è molto diversa, e viene per questo affidata a due mastri artigiani. Il larice finisce nella torneria di Angelo Carminati, in Val Brembilla (BG). Lì i morali di larice vengono sezionati in piccoli pezzi, torniti all’esterno e forati all’interno: si ottiene così il cono del VAIA Cube, fondamentale per la propagazione del suono.
L’abete viene consegnato alle mani esperte di Giorgio e Marco Leonardelli: è qui che il Cubo prende la sua forma finale. Il primo passaggio consiste nella piallatura dei lati del travetto, asportando il materiale in eccesso per raggiungere una sezione di dimensione 100×92 centimetri. Vengono poi eseguiti i fori per accogliere il cono in larice, e successivamente si procede al taglio per ottenere i veri e propri Cubi.
Per ogni VAIA Cube imperfetto venduto pianteremo un albero nel parco di Paneveggio per ricostruire la Foresta dei Violini.
La foresta di Paneveggio è così speciale grazie al giusto mix di sole, umidità e una lenta crescita dei suoi alberi, “gli abeti di risonanza”. Questi fattori conferiscono la capacità di propagare e amplificare in maniera eccezionale il suono. Da qui il leggendario nome “Foresta dei Violini”, che ha attratto, fin dagli inizi del Seicento, liutai di tutto il mondo alla ricerca di legname perfetto per la loro creazioni artigianali. Pare che lo stesso Stradivari si sia recato lì più volte per scegliere personalmente la materia prima con cui costruire le casse armoniche dei suoi prestigiosi violini.
Tutti gli interventi di rimboschimento vengono realizzati in collaborazione con ETIFOR, spin-off dell’Università di Padova e nostro partner strategico sia per la pianificazione delle ripiantumazioni che per la misurazione d’impatto e il follow-up degli interventi.